Trilogia della confessione, per la regia di Stefania Zito e Riccardo Meroni, con la collaborazione di ACLI Milanesi, liberamente tratto da “La confessione” di Walter Manfrè.
Produzione composta dai seguenti tre atti:
- “Atto intimo“: il pubblico, veste i panni di un ipotetico confessore/amico, accorciando così la distanza con l’attore in un rapporto intimo e di profondo ascolto. Il teatro viene infatti portato fuori dal teatro: senza palcoscenico e platea, gli spettatori comunicheranno direttamente con il personaggio nello spazio di una panchina all’interno della basilica.
- “Atto privato“: esperienza immersiva e intima, che coinvolge il senso dell’udito, escludendo quello della vista. Il pubblico verrà accompagnato in un locale al disotto della Basilica, subito dopo il primo atto, dove ascolterà altre confessioni, in un’eco di voci.
- “Atto pubblico“: lo spettatore torna in teatro. Qui si assisterà alla storia di due persone estranee, incapaci di relazionarsi e di guadagnare intimità con l’altro per via di un’ansia sociale che li attanaglia. In comune, tra i due, la panchina del parco.